Cani da compagnia e pedigree: davvero non serve a niente?

 

"Pronto? È l'allevamento? Senta, vorrei un bassottino, ma a me serve da compagnia. Guardi, il pedigree non mi interessa..."

Quante volte, un allevatore, sente rivolgersi richieste come questa...

Ed ogni volta, sente sorgere dentro di sè un senso di sconforto, come un moderno Don Chisciotte di fronte al suo mulino a vento. Perché da un lato vorrebbe dare spiegazioni, divulgare cultura, ma così facendo darebbe l'impressione di voler convincere la gente a comprare il cane da lui; dall'altro, l'interlocutore è soddisfatto della propria beata ignoranza, e non è affatto interessato ad approfondire l'argomento: vuole un bassotto senza pedigree a 600 euro, e non rompermi tanto le scatole.  Invece l'argomento va approfondito eccome. Se volete acquistare un cane, di qualsiasi razza sia, e non volete dedicare una briciola del vostro tempo per capire bene che cosa state facendo e in che terreno vi state addentrando, allora siete degli incoscienti e state mettendo a repentaglio non solo il vostro futuro, ma anche quello della razza che vi state accingendo a scegliere, nonchè il benessere di moltissimi cani coinvolti in questa annosa questione. Quindi, visto che leggere questo articolo è gratis, e leggerlo è nel vostro interesse prima di tutto, io credo che valga proprio la pena di spenderci dieci minuti e dargli un'occhiata.

Tanto per cominciare, vediamo di capire che cos'è questo pedigree: un certificato che garantisce che il cane è bello? Che è da mostra? Che è un damerino imbranato? Assolutamente no! Il pedigree è il documento su cui è riportato l'albero genealogico del cane fino alle 4 generazioni precedenti, cioè fino ai trisnonni.

"E a me che me ne importa", direte voi, "di sapere come si chiamava il bisnonno del mio cucciolo?"    A voi niente, no di certo. Ma all'allevatore, per fare una buona selezione, saperlo è indispensabile. Magari, quel bisnonno, era un cagnaccio scontroso e mordace che ha dato figli scontrosi e mordaci; o magari è diventato cieco a 3 anni; o magari stava benissimo, ma se io ho un altro cane che aveva lo stesso bisnonno e lo accoppio con quello, e poi il figlio lo accoppio con un altro che di nuovo è nipote dello stesso bisnonno e così via, piano piano il mio coefficiente di consanguineità può aumentare pericolosamente e finisce che salta fuori qualche problema.

Quindi, quando si accoppiano due cani, non basta guardare i due cani: bisogna, invece, prendere in considerazione anche i cani che ci sono "dietro", cioè nel pedigree, perché molte caratteristiche di questi illustri avi potranno apparire nella prole dei nipoti, e questo può essere un bene oppure un male, e di certo va valutato.  

Allevare è una faccenda molto più complessa di quanto la maggior parte delle persone creda. L'allevatore si trova ad affrontare una serie di problemi e di quesiti che non si possono immaginare finchè non ci se li trovata davanti.

Facciamo un esempio pratico, e parliamo di malattie. Queste interessano a tutti, anche a chi vuole il cane da compagnia. Tanto per cominciare non è vero ciò che molti pensano, e cioè che i cani selezionati son tutti malaticci, mentre i bastardini son tutti sani. In realtà i cani ben allevati sono molto più sani dei cani allevati male o incrociati a casaccio: vediamo perché.

Si potrebbe pensare che il moderno allevatore abbia a disposizione strumenti all'avanguardia per testare la salute dei propri cani, come ad esempio i test genetici sul DNA; eppure, al contrario di quel che sembra, si tratta di strumenti tutt'ora spesso inadeguati perché, nella lunghissima lista di test disponibili, è facilissimo che io non trovi quello che serve a me. Ad esempio, cosa me ne faccio di testare un bassotto per la sindrome di Raine, quando nessuno ha mai sentito di un bassotto che ne fosse affetto, visto che è una malattia tipica dei collie? Ovvio che io avrei bisogno di testare le malattie più tipiche per la mia razza. Già, perchè ogni razza ha le sue. E perchè ogni razza ha le sue? Perché il bisnonno (quello famoso di prima) è stato accoppiato con la bisnonna sbagliata e ci se ne è accorti troppo tardi. Ma con una buona selezione si può sempre rimediare. Se all'interno di una razza appare una certa patologia e gli allevatori si impegnano tutti assieme per fermarla, di certo ci possono riuscire. Al contrario, tra i cani allevati sottobanco e senza pedigree, le malattie proliferano indisturbate, ed anche ci fosse la volontà di evitarle, non essendoci il pedigree verrebbe a mancare il primo strumento per poterlo fare.

Per spiegare il come ed il perché, torniamo al nostro bassotto, nello specifico al bassotto a pelo corto. Le malattie più tipiche e temute sono: la PRA (atrofia progressiva della retina), la cataratta precoce, l'epilessia, le cardiopatie e l'ernia del disco. Per la PRA c'è il test genetico. Si fa l'analisi del DNA e si sa se il cane è malato oppure no. Che bello, questa è facile! 

Sì, però...                                                  

Però che ?                                                                                                                                              

Però è un gene mutante.                                                                                                                             

E cioè?                                                                                                                                                       

E cioè non è detto che, rifacendo il test tra un po' di tempo, il risultato sia il solito. È probabile, ma non garantito. Inoltre esistono alcune forme poco indagate, i laboratori stessi non garantiscono sul test e...                                                                                                                                                       

Sì, vabbè, facciamo il test, comunque. Per stare più tranquilli. Anzi, facciamolo pure per la cataratta.

No, il test per la cataratta non c'è.

Come non c'è? C'è il test per la sindrome di Rain e non c'è quello per la cataratta?

Esatto.

E allora per quella come si fa?

Si fa la visita medica.

Ah, va bene...

Sì, però va fatta ogni anno.

Come ogni anno?

Sì; ti viene rilasciato un certificato, ma vale solo un anno.

E fino a quando?

Fino a che il cane non è vecchio. Se gli viene la cataratta da vecchio, potrebbe non essere genetica, se gli viene prima, è genetica.

Quindi io non saprò se il mio cane è sano finchè non sarà vecchio?

Esatto.

Ma io dovrei farlo riprodurre da giovane! Però, se la sua mamma non ce l'aveva, il suo babbo neppure, tutti i nonni e bisnonni sono sani... allora, anche senza test, posso essere ragionevolmente tranquillo che anche il mio cane probabilmente non ce l'ha?

Certo. Sì.

E come faccio a sapere se i nonni...?

I nonni sono sul pedigre. Si va a vedere chi sono.

Ah.

Veniamo alle cardiopatie. Se c'è una malformazione, da un esame si vede?

Sì.

Ma se una cardipoatia non c'è già alla nascita, se verrà dopo non si può sapere?

Esatto.

Come la cataratta?

Esatto.

Però se il papà non è cardipoatico, la mamma è sana, il nonno...

Sì, sì. Come prima. Se in famiglia sono tutti sani, ovviamente è più facile, quasi sicuro, che il cane sia sano. Ci fosse stata la malattia, prima o poi sarebbe saltata fuori.

E l'epilessia?

Non ci sono test.

E allora si fa la visita?

Neanche. L'epilessia si vede solo se c'è. Se siamo di fronte ad una crisi epilettica, allora possiamo dire che c'è l'epilessia, ma di fronte ad un cane che non è nel pieno di una crisi, nessuno può dire che non ci sia.

Però se la mamma, e il papà, e i nonni...

Certo, se nel pedigree non ci sono soggetti che ne soffrivano, è assai probabile che su quella linea di sangue non ci sia.

E l'ernia?

Quella è una predisposizione genetica di tutti i cani a zampa corta, quindi anche dei bassotti.

Però ce ne sono di più e di meno predisposti?

Sì.

E come si fa a saperlo con esattezza?

Non si può. Ci si basa su statistiche e probabilità.

Però...

Sì, però se i nonni bla bla bla, e se non ci sono gravi episodi in quella famiglia, puoi sperare che quel certo cane non sia particolarmente predisposto.

E come faccio a saperlo?

Guarda il pedigree.

Il PE-DI-GREE.

Ovviamente, a meno che non si tratti di persona estremamente esperta ed informata, non è certo l'acquirente che può valutare un pedigree. Questo compito spetta all'allevatore che, generazione dopo generazione, vede alcune caratteristiche manifestarsi o meno nei suoi cani, cerca di capire da quale ramo familiare o specifico soggetto derivino, e grazie a questa consapevolezza può riuscire ad eliminarle o consolidarle nei propri soggetti, a seconda che siano o meno desiderabili.

Insomma, conoscere la storia familiare dei propri cani è importante per poter fare una selezione seria, non solo sulla salute, ma sulla correttezza morfologica, sul carattere, sulle attitudini. È ovvio che un lavoro simile non può essere fatto a memoria. Occorre che tutti gli antenati siano registrati, serve una tracciabilità nero-su-bianco dell'intero albero genealogico. Naturalmente, il pedigree da solo non offre nessuna garanzia: se il cane è allevato male, il pedigree diventa niente di più che la triste prova di un errore commesso. Ma se il pedigree non c'è proprio, che il cane sia stato allevato male è garantito.

È davvero triste vedere come moltissime patologie serpeggino tra i bassotti di dubbia provenienza. Ce ne sono davvero tanti afflitti da malattie anche gravi fin dalla più tenera età; e ancor più triste è pensare che i loro fratelli e sorelle, probabilmente, verranno a loro volta accoppiati, spargendo coì semi malati che non potranno essere fermati, perchè non rintracciabili. Oltretutto, questi cani senza pedigree vengono venduti da persone che non hanno niente da perdere: non hanno un nome, una reputazione. Se chiedete a qualcuno che ha un bassotto storto, o malato, o mordace dove l'ha preso, e questi vi risponde "da una signora in un paesino che non mi ricordo dov'è", che cosa ha da perdere questa signora? Ma se il cane è stato preso in un allevamento sarà un brutto colpo, per l'allevatore, se sul suo conto si spargono brutte voci, ed è tutto nel suo interesse fare un buon lavoro e cedere cuccioli sui quali si possa ragionevolmente supporre che non sorgeranno gravi problemi.

Naturalmente esistono allevatori onesti e disonesti, e anche gli onesti non hanno certo la palla di vetro per leggere il futuro e, con esso, tutte le centinaia di casi imprevedibili che la combinazione genetica può tirare fuori. Così come esistono i fortunati che, acquistando un cagnolino senza pedigree, si sono trovati benissimo, ma queste sono eccezioni. In ogni caso il pedigree, di per sè, è garanzia solo del fatto che la storia di quel cane è tutta tracciata, ma è anche vero che, senza questo presupposto, l'acquisto del cane diventa un salto nel buio pregando la fortuna. Se poi ci soffermiamo a pensare ai cani, al fatto che spesso non ci si preoccupi di far venire al mondo delle creature potenzialmente malate, che potrebbero vivere una vita piena di difficoltà senza che nessuno si sia adoperato perchè ciò non accadesse, allora allevare male diventa un atto criminale. E a questo proposito mi vengono in mente pure i molti che chiedono: "Lo vuoi col pedigree o senza? Perché "senza" costa 700 e "con" costa milleccinque". Ma che cavolata è? Un pedigree costa meno di 70 euro in tutto! Se avete voglia -visto che ci siete- di leggere anche l'articolo "Quanto costa un cucciolo", vedrete che il prezzo di un cucciolo è dato dal lavoro che ha richiesto, non certo da un foglietto rilasciato per pochi soldi. Viene da dubitare che ci siano in giro anche un discreto numero di documenti falsi! C'è pure da dire che chi alleva clandestinamente, spesso è gente che specula sui cani, sfruttandoli crudelmente senza il minimo rispetto per i loro bisogni, fisici e mentali. Non è raro che alcuni di questi "allevatori" vengano smascherati dalla polizia o dalle guardie zoofile, scoprendo che maltrattavano i cani, facendoli vivere in maniera non adeguata, facendo partorire le femmine fino allo sfinimento e alla consunzione fisica.

"Embè?" direte voi, "Che c'entra questo con il pedigree?"

C'entra eccome! Se andate sul sito dell'ENCI -Libro genealogico on line- e digitate il nome di un qualsiasi cane, vedrete apparire sullo schermo non solo il suo pedigree, ma potrete vedere: a chi appartiene, se e a quali esposizioni ha partecipato, quante volte e quando si è riprodotto, quanti figli ha avuto... non si nasconde niente. Potete verificare, per esempio, se una femmina è stata troppo sfruttata facendola partorire più di 5 volte, o in età avanzata. Chi vuole fare il bandito, deve anche essere disposto ad ammetterlo pubblicamente. Insomma, se parliamo di persone, a generalizzare si sbaglia sempre: forse non tutti gli allevatori saranno bravi ed onesti, forse non tutti coloro che vendono cuccioli senza pedigree sono sfruttatori; ma di certo, senza pedigree non si può parlare di allevamento, ed è anche vero che la maggior parte dei bassotti in difficoltà, afflitti da ernie ed altre patologie, che si vedono sui gruppi social dedicati, il più delle volte sono cani senza pedigree, allevati per esclusivo amore del denaro, senza il minimo interesse o passione verso la razza in particolare, o i cani in generale. Ciò porta pure a rovinare la reputazione della razza, facendo apparire il bassotto come un cane gracile e cagionevole di salute, quando dovrebbe essere tutto il contrario.

Quindi, in conclusione, sia che desideriate un cane da compagnia sia che lo vogliate da esposizione, prima di comprare cuccioli senza pedigree pensateci bene. I soldi risparmiati al momento, potreste poi spenderli dal veterinario, e in qualche caso potreste pure trovarvi immischiati in giri illegali di sfruttamento e speculazione. Sarebbe meglio, allora, andare al canile ed adottare un cagnolino sfortunato, almeno sareste sicuri di aver fatto un'opera buona e non di aver alimentato un comportamento dannoso, eticamente e tecnicamente scorretto e potenzialmente pericoloso, soprattutto per i cani.


Commenti

Post popolari in questo blog

Il bassotto e l'ernia: consigli per una serena convivenza

QUANTO COSTA UN CUCCIOLO?

Cinofilia, ambizione ed expo: un labirinto in cui è facile restare prigionieri.