QUANTO COSTA UN CUCCIOLO?
Non è semplice stabilire una cifra
esatta, perché i fattori chiamati in causa sono molti e molto
variabili; per rendere un'idea cercherò di farvi quello che, dalle
mie parti, chiamiamo “il conto della serva”, cioè un'analisi
approssimativa delle spese che ci dirà, a grandi linee, dove andremo
più o meno a parare, come la servetta che, andando a fare la spesa,
non sa esattamente quanto spenderà ma sa quanti soldi deve portarsi
dietro.
Per prima cosa è necessario rendersi
conto che in un allevamento non ci sono solo le mamme coi cuccioli;
ci sono invece molti cani, alcuni non più utilizzabili come
riproduttori per raggiunti limiti di età o di salute, altri non
ancora attivi in tal senso perché troppo giovani. Questo non
significa che questi cani, non più economicamente utili, non debbano
essere accuditi con tutte le dovute cure e queste cure vanno pagate
con il reddito dell'allevamento, cioè con gli introiti ricavati
dalla vendita dei cuccioli. Insomma, un allevamento è come un
villaggio dove i giovani e forti lavorano per mantenere anche i
vecchi ed i bambini. I cani di un
allevatore coscienzioso vanno in pensione piuttosto presto, in
rapporto alla lunghezza della loro vita. Una femmina non dovrebbe
partorire più di 5 volte nel corso della sua esistenza e certo non
dovrebbe partorire in tarda età. Secondo le direttive dell'ENCI,
dopo i 7 anni di età è necessario che il veterinario attesti che la
fattrice è fisicamente in grado di mettere al mondo i suoi cuccioli
senza eccessivo stress. Ma il bravo allevatore non ha bisogno che gli
si leghino le mani per fare le cose giuste. Una femmina può iniziare
a fare cuccioli come minimo a partire dal secondo calore, a volte dal
terzo. Ci sono cagnoline che maturano prima, altre dopo: l'occhio
attento di un allevatore accorto sa valutare se la femmina è già
ben sviluppata o ancora troppo acerba. Lo stesso per il limite
superiore di età: ci sono femmine che partoriscono senza sforzo e a
9 anni sono visibilmente ancora in splendida forma, altre che fanno
un po' più di fatica e a 7 anni hanno già un bel numero di peli
bianchi. Di fatto, raramente una femmina riesce ad arrivare al limite
di 5 cucciolate eticamente consentite. In questo articolo prenderò in esame il bassotto nello specifico, ma credo che si possano applicare gli stessi criteri un pò a tutte le razze. I cani di grande taglia mangiano di più ma vivono meno e fanno più cuccioli, i cagnolini miniature mangiano meno ma fanno meno cuccioli. Per ogni razza, ovviamente, bisogna tener conto delle specifiche problematiche, ma sono sicura che qualsiasi allevatore potrà concordare sui punti che solleverò. Torniamo dunque al bassotto, in particolare al bassotto nano, la razza da me allevata.
Un bassotto vive in media una
quindicina di anni quindi, in un allevamento, per ogni femmina in età
riproduttiva ce ne saranno almeno altre due o tre che sono già
troppo vecchie o ancora troppo giovani per avere cuccioli. Dunque,
per riuscire a stabilire il prezzo di un cucciolo, dovremmo fare un
complicato calcolo basato sulla lunghezza presunta della vita di un
soggetto, determinare gli anni di permanenza in
allevamento, estrapolare rapporti di età, censire dati di
crescita...AGHH!!
Dal momento che io non sono una società
di statistica ma solo un allevatore che cerca di rendere un'idea
della propria realtà (oltretutto odio la matematica), andrò a
braccio e prenderò in esame un “gruppo-tipo” di 6 soggetti dei
quali 2 sono femmine giovani e attive, cioè mamme di cuccioli, una è
una cucciolona che lo sarà, ma per adesso no, e gli altri 3 sono 2
femmine anziane ed 1 maschio. Guardando la situazione dei miei cani
dopo una decina di anni di allevamento parsimonioso, vedo che questa
è più o meno la situazione che si crea. Se l'allevamento è piccolo
ci saranno non più di 2 o 3 gruppi tipo, mentre se si tratta di un grande
allevamento ce ne saranno di più; la proporzione però è veritiera,
quindi mi baserò su questo.
Eccoci dunque qui con il nostro
gruppo-tipo, nel quale nascono alcuni cuccioli dalla vendita dei
quali avremo un ricavo. Da questo ricavo, per stabilire quale sia il
guadagno dell'allevatore, dovremo sottrarre le spese dell'intero
gruppo. Fin qui ci siamo? Peso lordo – tara = peso netto?
Bene. Allora iniziamo con il conteggio.
Nelle
spese di mantenimento ordinarie possiamo elencare le
spese per il cibo e per i trattamenti sanitari di routine.
Iniziamo
dal cibo: delle crocchette di buona qualità possono costare, ad un
allevatore che ne acquista in quantità, intorno alle 2,50 euro al
kg. Una femmina di 5 kg di peso ne mangia, in media, 80 grammi al
giorno mentre un maschio, a seconda del peso e dell'età, arriva
intorno ai 100/120. Durante i 2 mesi dell'allattamento una femmina
può mangiarne più del triplo. I cuccioloni spesso mangiano di più.
Sempre senza fare troppo i pignoli, possiamo prendere come valore
medio 100 grammi al giorno di crocchette, cioè 35 kg in un anno,
cioè 87,50 euro l'anno per cane. Se un cane ha dei problemi di
qualche tipo (problemi renali, di digestione, intestinali ecc.) ed ha
bisogno di crocchette specifiche o di una forma di alimentazione
casalinga, le spese possono arrivare tranquillamente a una quarantina
di euro al mese per soggetto, cioè 480 euro l'anno. A queste
aggiungiamo pure altre 250 euro di analisi del sangue e controlli
medici, cose che in questo caso specifico sarebbero necessarie. Non è
per niente difficile che nel nostro gruppo-tipo ci sia un soggetto di
questo genere, visto che almeno 2 dei componenti sono cani anziani.
Dunque, per l'alimentazione di un gruppo-tipo di bassotti nani,
stimeremo le spese annue per l'alimentazione in questo modo: 5 cani
al regime minimo di 87,50 euro
l'anno ed uno al massimo di 730.
87,50x5+730x1
TOT.1167,50 Arrotondiamo pure in
difetto: TOT. 1150
Per quanto
riguarda i trattamenti sanitari di routine, possiamo mettere
in conto circa 150 euro l'anno a soggetto tra : vaccinazioni,
analisi delle feci ed eventuali vermifughi, antiparassitari e
profilassi per la filaria. 150x6: TOT. 900
Spese veterinarie straordinarie
Questa è una voce
che è davvero difficile quantificare. Un cane può star bene un anno
intero e limitarsi alle 150 euro di spese ordinarie esaminate qui
sopra, oppure può aver bisogno di un piccolo intervento chirurgico,
ad esempio l'asportazione di un tumore mammario (in questo caso la
spesa sarebbe di alcune centinaia di euro), fino ad un intervento
importante con successiva fisioterapia. In un caso del genere si
potrebbe arrivare a spendere fino a 5000 euro per un solo cane.
Diciamo che, se pure questo caso è fortunatamente raro, non si può
evitare di prenderlo in considerazione, e tenendo conto del fatto che
altri tipi meno costosi di intervento sono invece abbastanza
frequenti (soprattutto nelle femmine più anziane che in gioventù
hanno avuto cuccioli è davvero usuale dover intervenire sulle
mammelle o sull'utero), per stare tranquilli dobbiamo contare di
avere a disposizione, per le spese veterinarie straordinarie, almeno
300 euro l'anno a cane, tenendo presente che ci sarà chi non
le spende, ma anche chi spenderà pure quelle degli altri.
300x6 TOT.1800
Esposizioni e prove di lavoro:
Se un allevatore è
un allevatore serio non può fare a meno delle esposizioni, se è
indirizzato più verso una selezione morfologica, o delle prove di
lavoro se seleziona per l'attitudine alla caccia.
E badate bene che
una selezione è indispensabile, se si vuole allevare.
Chi accoppia cani
a casaccio non è un allevatore e, generazione dopo generazione, avrà
soggetti sempre peggiori. Perché una razza è una cosa viva,
scordiamoci che se ne stia ferma lì a lasciarci pasticciare
impunemente senza combinare brutti scherzi. Bisogna sempre tendere al
meglio, affinché la media dei nostri soggetti possa accamparsi su un
buon livello.
Scordiamoci anche
le leggende secondo cui i meticcetti sono più sani dei cani di
razza: questo è vero solo se i cani di razza sono stati selezionati
male. D'altro canto, ogni razza canina ha il suo “tallone
d'Achille”: la displasia dell'anca per molti labrador e pastori
tedeschi, certe forme tumorali per il boxer ed il dobermann,
l'atrofia progressiva della retina per il bassotto, e così via. Ogni
allevatore che conosce la propria razza sa a cosa deve stare attento,
e se lo fa riuscirà a chiudere questi problemi in un angolino sempre
più ristretto, dove non si faranno sentire o, nella peggiore delle
ipotesi, si faranno sentire in forma ridottissima. Se noi facciamo
incroci a casaccio, invece, rischiamo di accentuare questi problemi.
Quindi, se per ipotesi io incrociassi un labrador ed un boxer con
l'intento di avere un meticcio più sano, con ogni probabilità
otterrei un meticcio che soffrirà delle stesse forme tumorali del
boxer e in più avrà pure la displasia come il labrador.
Quindi bisogna
innanzitutto conoscere la razza e capire quali sono le trappole a cui
dobbiamo stare attenti. Bisogna conoscere i cani degli altri
allevatori, vedere che prodotti hanno dato, quali linee di sangue
influenzano di più, di meno, e in che modo. In questo senso
l'esposizione è un'immensa passerella, un indispensabile punto di
incontro, nonché l'occasione per testare i nostri soggetti
mettendoli alla prova davanti ad un giudice. Un allevatore che non
riesca mai ad ottenere buoni consensi in expo con i suoi soggetti,
deve senz'altro interrogarsi profondamente sulla qualità del proprio
lavoro.
Dunque, in poche
parole, l'allevatore DEVE andare in esposizione, parte integrante
dell'attività allevatoriale. E con quanta frequenza deve andare?
Mah, una regola ovviamente non c'è. Volendo però stabilire un modus
operandi, ai fini del nostro “conticino della serva”, possiamo
dire che una moderata/discreta attività espositiva può contare
almeno una decina di expo all'anno. E quanto costa andare in expo?
L'iscrizione di un singolo soggetto si aggira sulle 35 euro per
un'esposizione internazionale, un po' meno per le nazionali, ma con
lo scarto ci prendiamo il caffè. Quello che costa assai è, come
sempre, il viaggio. Quando l'expo è a 200 km di distanza da casa,
l'allevatore dice: “Che bello! E' vicina!!”
E se andiamo ad
un'expo distante 200 km, tra benzina, autostrada, iscrizione e un
panino o una brioscina a scelta, la sera quando torniamo a casa
abbiamo speso almeno 150 euro. Ripetiamo per 10 volte e fanno: TOT.
1500
Parlando di spese
a carico di una cucciolata dobbiamo distinguere tra spese globali e
individuali.
Le spese globali
sono tutte quelle che riguardano la mamma dei cuccioli dal momento
dall'accoppiamento a quello del parto, quelle individuali sono quelle
a carico di ogni cucciolo.
Spese globali:
iniziamo con il test del progesterone, indispensabile per stabilire
con esattezza il momento dell'ovulazione e, con esso, determinare il
giorno ideale per l'accoppiamento e individuare con la maggior
precisione possibile la data esatta in cui attendersi il parto.
Un test del
progesterone, solitamente associato ad uno striscio vaginale, viene a
costare una cinquantina di euro, e di solito ce ne vogliono almeno un
paio. Consigliabile sarebbe anche vaccinare la femmina contro
l'herpes virus, che per quanto venga raramente contratto, potrebbe
portare alla morte di tutti i cuccioli. Anche questo vaccino costa
una cinquantina di euro e viene ripetuto due volte. Poi abbiamo
l'ecografia a 25/30 giorni di gestazione, per avere una diagnosi di
gravidanza e controllare che non ci siano problemi. Un'altra eco è
senz'altro indispensabile alcuni giorni prima della presunta data del
parto per verificare la vitalità dei cuccioli e le condizioni
generali della mamma. Ogni ecografia costa una sessantina di euro. In
caso di ritardo nell'inizio del parto, potrebbe essere necessario
farne una terza. L'ultima ecografia si fa dopo il parto, per
verificare di nuovo che sia tutto a posto. E siamo a 4. Vediamo il
totale:
100 euro 2 test
progesterone
100 euro 2 vaccini
herpes virus
da 180 a 240 euro
di ecografie
TOT. 380/440
Facciamo la media: 380+440:2 TOT. 410
Accoppiamento:
l'accoppiamento della nostra cagnolina può costare dalle 0 alle
variate migliaia di euro. Zero, ovviamente, se il maschio prescelto è
nostro. Se invece decidiamo di acquistare una monta fuori, come
spesso è necessario fare per immettere nuovo sangue nell'allevamento
o per inserire caratteristiche che vogliamo esaltare, allora dobbiamo
tener presente che la cifra richiesta per una monta si aggira intorno
alle mille euro o anche più. Inoltre dobbiamo mettere in conto il
viaggio per raggiungere il nostro stallone. Se si trova ad una
distanza media da casa nostra, diciamo un 200/300 km, allora con un
viaggetto di una giornata e un centinaio di euro tra benzina e
autostrada ce la caviamo; se c'è da andare più lontano, o
all'estero, e stare fuori un paio di giorni, magari facendo il
viaggio in aereo, si può spendere una cifra pari o superiore a
quella della monta. Quindi diciamo che solo per la monta possiamo
spendere da un minimo di zero ad un massimo di 2500 euro. Come
spalmare questa cifra nel nostro gruppo-tipo? Visto che in un
allevamento non ci sono quasi mai moltissimi maschi attivi, e visto
che molte delle nostre femmine saranno figlie di questi stessi
maschi, cercare fuori nuovo sangue è una pratica usuale, perciò
calcoliamo tranquillamente di spendere un migliaio di euro l'anno per
ogni gruppo-tipo.
TOT. 1000
Presentazione modello A:
si tratta
dell'iscrizione all'ENCI della cucciolata, primo passo nella
procedura per il rilascio dei pedigree. La pratica comprensiva di
diritti di segreteria costa 25 euro, più un paio di orette ed un
viaggetto spesi per recarsi presso la sede del gruppo cinofilo. E'
verosimile aggiungere 10 euro per le spese relative allo spostamento:
TOT. 35
Esami particolari:
A volte si rende
necessario fare test sul DNA; ad esempio quando si usa come stallone
un maschio che ha nel pedigree cani di cui non si conosce nel
dettaglio il bagaglio genetico, quando abbiamo qualche dubbio su un
cane dei nostri e via dicendo. La casistica è varia. Tali test
servono a stabilire se nel patrimonio genetico dei riproduttori ci
sono delle caratteristiche sgradite e nascoste che potrebbero
manifestarsi nei cuccioli, prime fra tutte le malattie ereditarie.
Inoltre, se uno
dei riproduttori è campione di bellezza (come spesso avviene in un
allevamento valido) sia lui che il partner devono depositare il loro
DNA presso un laboratorio autorizzato dall'ENCI in modo che i falsi
di qualsiasi genere possano essere facilmente smascherati.
Aggiungiamo quindi
tranquillamente un paio di cento euro annue sulla nota spese del
nostro gruppo-tipo.
TOT. 100
Eventuali e varie:
Ovviamente ci sono
tutta un'altra serie di cose di cui i nostri cani hanno bisogno:
cucce, guinzagli, copertine, disinfettanti, detergenti, teletti
igenici e via dicendo. Aggiungiamo quindi un altro centinaio di euro
all'anno per queste cose, considerando il fatto che tutto ciò che è
distruggibile verrà regolarmente distrutto dai denti e dalle unghie
dei nostri amici.
TOT. 100
Spese per
cucciolo:
Queste sono le
spese che vanno a gravare sulle spalle di ogni singolo cucciolo, e
andranno quindi moltiplicate per il numero totale dei cuccioli della
cucciolata. Tra analisi delle feci comprensive di test per la
giardia, eventuale vermifugo o altro trattamento necessario, vaccino
e microchip, ogni cucciolo viene a costare intorno alle 80/100 euro,
a seconda del listino prezzi dello studio veterinario a cui ci si
rivolge. La media fa 90. Il modello B da presentare all'ENCI per il
pedigree costa intorno alle 23 a cucciolo, aggiungiamo gli spiccioli
per il solito viaggetto e facciamo tranquillamente 25, aggiungiamo
poi altre 10 per il passaggio di proprietà all'anagrafe canina, che
è a carico dell'allevatore.
Spese a cucciolo:
TOT. 125
Ed eccoci
finalmente, calcolatrice alla mano, a fare il conto finale di quanto
costa un cucciolo. Naturalmente dobbiamo sapere, come prima cosa,
quanti cuccioli vengono prodotti da un gruppo-tipo. Diciamo che una
femmina di bassotto nano partorisce in media 5 cuccioli (a volte 7,
altre 3) e va in calore più o meno ogni 6 mesi (a volte può
arrivare anche a 11/12). Ma insomma, abbiamo già rinunciato alla
pignoleria, quindi diciamo che da un gruppo-tipo possiamo aspettarci
10 cuccioli in un anno.
Iniziamo a fare la
somma delle spese del gruppo. Abbiamo detto:
Spese di
mantenimento dei cani adulti: 1150
Spese veterinarie
straordinarie: 1800
Esposizioni e
prove di lavoro: 1500
Spese globali a
carico della cucciolata: 410
Accoppiamento:
1000
Modello A: 35
Esami particolari:
200
Eventuali e varie:
100
TOT: 6195
Dividiamo per 10
cuccioli e abbiamo 619,50 cadauno. A queste aggiungiamo le spese
pro-capite a cucciolo di 125 euro ed abbiamo un totale di:
TOT. 744,50
Questo vuol dire
che l'allevatore che vende un cucciolo ad una cifra che si aggira sul
migliaio di euro ha un guadagno netto, quando tutto fila liscio, di
poco più di 250 euro a cucciolo. Ovviamente non tenendo conto delle spese per le strutture stesse dell'allevamento, che a questo punto non si può fare più nella cucina di casa, e dell'immancabile iva. Per chi fosse peggio di me in matematica,
vuol dire che un cucciolo proveniente da un allevamento serio non può
costare meno di un migliaio di euro e dintorni.
Ovviamente il
discorso cambia se la cucciolata nasce in casa di un privato che ha 1
femmina, la fa accoppiare gratis col maschietto dell'amico o del
vicino di casa, seguendo il solo criterio che quello è l'unico
maschio gratis e vicino, e poi chiede 1000 euro a cucciolo “perché
ha il pedigree”. Il privato potrebbe effettivamente vendere i suoi
cuccioli occasionali ad una cifra inferiore.
Perché in quelle
250 euro che l'allevatore guadagna su un suo cucciolo non ci sono
solo le crocchette nella scodella. Ci sono anni di esperienza. Ci
sono le notti insonni aspettando un parto che tarda ad arrivare; ci
sono le corse dal veterinario, le gite in città per socializzare i
cuccioli, le lunghe ore alla guida dell'auto per andare a prendere
una monta. C'è il tempo passato a confrontarsi con altri allevatori,
e quello dedicato a rispondere alle domande delle persone che
chiedono informazioni sulla razza. E poi, in seguito, le telefonate
e le mail di coloro che hanno acquistato un cucciolo in passato e che
ancora mandano foto e chiedono consigli, trasformando così
l'attività dell'allevatore in una bellissima esperienza umana, il
premio migliore per l'impegno e la dedizione con cui è stata svolta.
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